M5 – (4 ore) Educazione interculturale
Il modulo mira a far riflettere in primo luogo
sulle ovvie differenze culturali che presto o tardi emergono in qualsiasi
esperienza di lunga permanenza in un paese straniero e in secondo luogo sui
tipici meccanismi del pregiudizio, dello stereotipo, della discriminazione che
possono spesso caratterizzarla. La valorizzazione della propria appartenenza
culturale è messa a confronto con la propria percezione della realtà sociale
italiana in cui si è chiamati ad agire come volontari con il proprio servizio.
Il modulo permette quindi di far riflettere sulle implicazioni dell’assunzione
di un ruolo di minoranza all’interno di una nuova cultura e società, e sulle
fasi della dinamica conoscitiva interculturale, definita come processo di
emersione della propria identità culturale. Approfondisce gli aspetti più
strettamente connessi all’adattamento e all’integrazione sociale. Il confronto
su questi argomenti permetterà di sottolineare ancora di più la relatività e la
soggettività del punto di vista da cui si osserva il mondo. Il modulo mette in
evidenza i meccanismi in base ai quali l’opinione viene influenzata da una
serie di informazioni parziali che organizziamo in forma certa per poi assumere
decisioni e comportamenti pregiudiziali.
L’approfondimento di quelli che sono i meccanismi
caratteristici delle esperienze interculturali di lungo periodo e la
familiarizzazione con l’ambiente culturale del paese di accoglienza, metterà il
volontario nelle condizioni di valutare possibili ostacoli e opportunità che
potrà incontrare nella effettiva realizzazione dei propri obiettivi. La contestualizzazione di questi meccanismi
all’interno dell’esperienza di SVE supporterà il volontario a vivere coscientemente
l’impatto interculturale, gestendo tempi e modi e riducendo i rischi di
abbandono dell’esperienza in seguito a momenti di crisi.
IN ALLEGATO:
Anche i moduli 5 e 6 potrebbero essere gestiti come un unico modulo da 6 ore che è preceduto dalla pausa relax. tante delle attività già fatte nel vecchio format possono essere recuperate, comprese la multi proiezione di film con finalità diverse e che sottolineano diversità italiane. La possibilità di questa fase di ospitare in realtà la partecipazione di piccoli gruppi a workshop paralleli a scelta dei partecipanti (impegnati chiaramente qui sia i formatori linguistici che quelli tematici). Buono spazio questo anche per l'incrocio dei due filoni della lingua e della formazione tematica
RispondiEliminaCommenti da c o a t 6 e 7 2012: la sessione è stata affrontata impostando di nuovo la possibilità per i contrari di approfondire gli aspetti della cultura italiana preferiti . l'impianto è stato previsto in quattro più quattro workshop ma con una struttura più diversificata della precedente . nel primo round dalle 15 e 15 alle 16 e 30 e' stato possibile offrire ai partecipanti una scelta tra la storia d'italia dall'unità fino ai giorni nostri in inglese , un laboratorio sulla produzione cinematografica italiana è particolarmente quella di cinecittà , un laboratorio sulla commedia dell'arte e le maschere tipiche italiane , un laboratorio di degustazione di vini italiani in lingua italiana . il secondo round di workshop ha visto ripetersi la storia d'italia in italiano , laboratorio sulla commedia dell'arte maschere tipiche italiane , il laboratorio sulla degustazione di vini italiani in inglese e' un laboratorio sulla gestualità italiana . il modulo è stato quindi incentrato sull approfondimento della cultura italiana finalizzato a costruire un percorso che sia d'accordo con quello serale dedicato all'approfondimento attraverso dei film italiani e all'analisi svolta la mattina dopo all'interno dei corsi di lingua attraverso delle interviste in esterna della identità bella località che ospita la formazione all'arrivo .
RispondiEliminaAppunti da COAT 9 2012: L'attività è cominciata la mattina assieme ai formatori di lingua. E' stata infatti lanciata una attività dal titolo "Lo SVEglione Verbano" ovvero una vera e propria rivista cartacea con tanto di foto e testi da realizzare in una indagine sociologica-antropologica guidata nella città di accoglienza del corso, attraverso interviste a cittadini, turisti, lavoratori, giovani, donne e anziani sul posto. L'attività perfezionata con anche ruoli definiti da distribuire tra il gruppo (intervistatore, fotografo, grafico, cronisti e presentatore) ha interessato gruppi composti da persone con livelli di lingua diversi, mettendo a frutto quanto finora affrontato nel corso di formazione.L'attività ha previsto inoltre la distribuzione ai gruppi di biglietti da visita con i ringraziamenti agli intervistati che ricordavano chi erano i giovani che li avevano coinvolti e a che programma comunitario partecipavano, così da inserire elementi anche di diffusione sul territorio della presenza dell'on arrival training. Le presentazioni delle 5 riviste sono state fatte nella prima ora del pomeriggio, estraendo come formatori gli elementi della conoscenza della cultura italiana emersi per poi posizionarli in fase di chiusura sul modello dell'iceberg della cultura. Successivamente sono stati proposti 2 round da 3 workshop ognuno della durata di 1 ora: sul cinema italiano, sulla storia d'Italia prima in Inglese e poi ripetuto in Italiano, sul periodo di Mani Pulite, sui dialetti d'Italia e sui meccanismi di trattamento delle informazioni del nostro cervello. In chiusura, oltre a posizionare gli elementi emersi durante le presentazioni delle varie riviste sull'iceberg è stato dato spazio ad aggiungere da parte dei volontari quegli elementi emersi grazie ai workshops. L'aggiunta poi dell'Iceberg personale alla figura teorica utilizzata ha permesso il ponte tra la domanda chiave della giornata, "dove sono" con la successiva giornata in cui "chi sono" la fa da padrone. Il collegamento di alcuni dei workshop, storia e Mani Pulite con il film serale "I cento passi" ha portato l contenuto del dibattito successivo a livelli di approfondimento che hanno portato all'analisi del fenomeno delle mafie in Italia dal 1200 ai giorni nostri.
RispondiEliminadopo l'esperienza della prima coat doppia (2-3) col nuovo format:
RispondiEliminail programma generalmente più contratto rende necessario farsi domande sull'impatto di tutte le sessioni: in questo caso, i tempi concessi alle attività in agenda (rivedendoli in fase di valutazione finale del team) sono stati troppo ampi, e inoltre mantenere l'attività in comune tra le due coat costringe a una restituzione e un debriefing in 60 partecipanti, che è totalmente insostenibile. Di conseguenza noi consiglieremmo di non effettuare l'uscita a rimini con interviste, o almeno non nella formula "standard", e in ogni caso di concentrare tempo ed energie soprattutto su restituzione e debriefing, a costo di restituire prodotti poveri o poco rielaborati, ma lasciando però spazio a un debriefing che introduca elementi imprescindibili come un livello di confronto europeo/internazionale, ecc